Turismofobia e soluzioni possibili

2. Le colpe dei turisti tra turismofobia e pregiudizi

Non ci può essere contrapposizione tra turisti e residenti: i residenti sono anch’essi turisti, non solo quando vanno in vacanza, ma anche quando vanno “fuori porta”, e i turisti sono anch’essi residenti -seppure temporanei – nei luoghi di vacanza. Le regole che valgono per i residenti, va da sé devono valere anche per i turisti. Tutta la polemica sui turisti maleducati rivela che in certe città nessuno riesce a fare rispettare le regole minime della convivenza civile. E dunque le polemiche – per così dire – “sbagliano bersaglio” e dovrebbero essere indirizzate anche e soprattutto verso le autorità che non si fanno rispettare.

Quanto ai flussi ingovernabili, guardiamo il caso più eclatante, quello delle crociere: che colpa avrebbero i turisti che prenotano una crociera? Le responsailità sono di chi le organizza verso destinazioni superaffollate, in quel modo, in quei periodi, e di chi le autorizza in contesti nei quali non andrebbero nemmeno immaginate.

 

Più in generale quali responsabilità avrebbero i turisti quando le città diventano superaffollate, se ad invitarli sono state proprio le istituzioni, quelle stesse che si lamentano? Con un ufficio invitano i turisti, e con un altro vogliono mettere i divieti di ingresso!

Chi ha autorizzato i cambi di destinazioni d’uso permettendo di trasformare immobili in hotel, zone verdi in campeggi o in parchi divertimento? Cosa è stato fatto per evitare che i centri storici si svuotassero diventando non-luoghi/spazi turistici, e gli abitanti finissero in periferia? Chi ha tollerato che interi quartieri venissero affittati ai turisti, anche senza licenza?  Sono stati i turisti? Sono davvero loro i colpevoli?

Come non vedere le responsabilità dell’industria turistica che ha costruito hotel ovunque, e che continua a costruirne di nuovi, in accordo con le Istituzioni che li prevedono nei piani regolatori. Nella veste di presidente dell’Associazione Nazionale degli Alberghi Diffusi ho sempre e solo trovato ostacoli nelle Regioni italiane e nelle Lobby quando ho chiesto di evitare la nascita di nuovi hotel e di favorire forme di turismo sostenibili.

 

I giornali che affrontano il turismo solo come fenomeno di costume, cercano di dare la colpa di quanto avviene, al turismo di “bassa qualità”, al turismo “low cost” (termini umilianti con i quali si riferiscono al turismo di chi non è ricco), da anni definiscono i turisti “nuovi barbari”, parlano del turismo organizzato come di “orde”, tra le descrizioni furoreggia la parola “vandali”…, e hanno lanciato il termine “Turismofobia”, una parola che nasconde una forma di razzismo verso i turisti, e un pregiudizio a difesa di un privilegio: quello delle vacanze di pochi.

Si dà la colpa al turismo “mordi e fuggi”; ma quando si organizzano iniziative rivolte ai turisti, che durano poche ore, quale altro tipo di turismo dovrebbe arrivare?

 

3. le proposte

Ora tutti chiedono soluzioni, consigli su cosa fare per affrontare questa situazione. Il guaio è che gli Enti “colpevoli” di aver pensato solo alla promozione, ora pensano di cavarsela con un po’ di “demarketing”, oppure affidando una ricerca a qualche consulente da presentare in occasione di una conferenza stampa, o cercando qualche escamotage, soprattutto in termini di immagine: un bel manifesto, uno slogan accattivante e buonista con il quale ammiccare a chi ha sensibilità ambientale (“Greenwashing”).

Penso però che questa volta gli stratagemmi non serviranno.

 

Penso invece che sia venuto il momento di rifondare l’approccio al turismo di tante Istituzioni che non sanno governarlo. Credo ci sia bisogno di un ripensamento profondo, e di nuove competenze.

 

Certo non bastano operazioni di belletto.

Una trasformazione profonda a mio parere dovrebbe basarsi su alcune scelte decisive che abbiano come obiettivo un turismo condiviso e sostenibile, e si basino su un reale coinvolgimento dei residenti – non solo degli operatori – nelle scelte strategiche. Occorre poi togliere risorse a chi si occupa di promozione per darle a chi si occupa di accoglienza turistica e sensibilizzazione degli attori coinvolti. Non so se vi rendete conto, ma ci sono Istituzioni che spendono milioni in promozione e praticamente niente in accoglienza turistica. Milioni in carta stampata, fiere e pubblicità, e niente in Risorsa Umana!

In altre parole la piramide del turismo che oggi vede in testa la promozione e in fondo l’accoglienza, va ribaltata. Anche perché l’accoglienza è l’unico modo sostenibile di fare promozione!

 


Occorre però anche migliorare la conoscenza di base del turismo, che non può essere data per scontata. Una migliore conoscenza del turismo genererebbe una sua centralità non solo economica, ma anche culturale e politica, che ora non c’è. Assieme a questo occorre un nuovo linguaggio che faccia uscire l’intero sistema turistico dagli equivoci che sono all’origine dei problemi che abbiamo di fronte. Se il livello di conoscenza del turismo resta quello di oggi, tutti continueranno a fare le cose di sempre, e dopo l’estate quegli Enti ripartiranno per le solite fiere turistiche e avvieranno le solite campagne online.

Ritengo che un cambio di passo, una svolta culturale, una nuova legge quadro, sia premessa necessaria per una rivisitazione del nostro Sistema Turistico, indispensabile per cambiare rotta e stimolare un turismo condiviso e sostenibile.

 

Giancarlo Dall’Ara

il primo articolo è a questo link 

 

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