Luglio 2012: Montagna luogo dell’anima

Secondo Claudio Risè, le leggende della montagna raccontano di una natura fonte di sacro, un sacro intelligibile a chiunque voglia stare ad ascoltarela natura. La montagna porta ad una contemplazione, in cui sempre si ripete lo stupore della prima volta, come in attesa di un sacro che si stia per rivelare.

Dalla saga di Re Laurino – il re mitico del massiccio del Rosengarten – fino alle leggende tramandate nelle varie valli, le Dolomiti narrano di numerosi antichi miti. Protagonisti sono le Salighe, dette anche Vergini Bianche, antiche figure femminili incontaminate, portatrici di doni.

Mentre i miti greci ruotano attorno al superamento del limite, nelle saghe della montagna c’è l’intuizione di una inviolabilità da non oltrepassare, di uno spazio dell’umano inviolabile, della saggezza della natura, della bellezza della vita e della procreazione. Nelle narrazioni antiche della vita di personaggi arcani che popolano i monti, si intuisce “un’abbondanza originaria, di cui non bisogna mai dubitare, chiedendosi quando possa finire. Come nella fiaba ricorrente nelle valli del gomitolo donato da una Salighe, una sorta di fata, che si srotola all’infinito, a meno che la tessitrice non pretenda di misurarlo”.

 

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