Marketing nel turismo: un’altra via è possibile
Ora la domanda è questa: c’è qualcuno che pensa che l’Italia turistica sia stata “lanciata” dall’ENIT? Non credo. Non lo pensa neppure l’ENIT, ci mancherebbe. Né il lancio turistico del nostro Paese è stato il frutto di un programma ministeriale o di qualche Ente turistico. Sono stati i turisti, i visitatori del nostro Paese a dare dell’Italia una immagine turistica, e ciò è avvenuto ovviamente grazie ai tesori del nostro splendido Paese, e al sistema di accoglienza nato in gran parte spontaneamente, grazie alla storia, alla vocazione, all’inventiva e al coraggio di una miriade di piccoli operatori.
Le attività degli Enti turistici sono storicamente sempre state di supporto, e per così dire utili, ma secondarie.
La regola per la quale sono i turisti a lanciare le destinazioni – pur non essendo una costante valida ovunque – è significativamente vera nel nostro Paese, e cosa più importante, è valida anche oggi.
Anzi grazie alla “rivoluzione di internet” oggi è ancora più attuale.
Ecco perché in Italia investire sull’accoglienza è il miglior modo per fare promozione, perché così la promozione la fanno i turisti stessi, che sono assai più credibili degli operatori turistici pubblici e privati.
Mi pare di capire che al Ministero del Turismo stiano cercando di fare qualcosa per promuovere l’Italia. Anche se non richiesto, mi permetto di dare un piccolo suggerimento: lasciate perdere gli spot, investite in accoglienza, ad esempio sul wifi, cercate di fare sì che ovunque vi siano aree con il wifi gratuito.
L’Italia è così bella, è così piena di tesori e di esperienze uniche, che saranno i turisti stessi a promuoverla con le loro condivisioni! Certo, magari veicoleranno anche qualche critica e giudizio negativo, che però saranno la prova certificata che la loro comunicazione è credibile e veritiera.
Non vorrete mica paragonare la credibilità e l’efficacia della promozione delle persone, delle conversazioni con le loro reti sociali, con la comunicazione istituzionale, necessariamente di parte e “paludata”?
E cercate di coinvolgere il sistema ospitale italiano in questi progetti, non lasciate fuori dalle vostre strategie chi può trasformarle in un successo!
Va da sè che ciò che suggerisco sarebbe solo l’inizio di un investimento sull’accoglienza, che non è più rinviabile.
Per entrare un po’ più nel merito, ed essere più chiaro, dò a tutti appuntamento ai miei seminari e anche all’Assise dell’ospitalità italiana in ottobre sul Lago di Garda.
p.s. Se il tema ti interessa leggi anche: “Mi occupo di marketing, ma non sono della Scuola di Pavlov”:
http://www.marketing-turistico.com/mi-occupo-di-marketing-ma-non-sono-della-scuola-di-pavlov-2.html