L’Italia e la Diaspora dimenticata
“L’Italia e la Diaspora dimenticata”.
Ho trovato molto interessante l’articolo di Raffaele Marchetti pubblicato oggi sul Corriere.
I dati sono noti: ci sono più italiani all’estero che in Italia, e complessivamente la comunità italiana è composta da circa 150 milioni di persone disperse in più continenti.
Decine di milioni di emigrati conservano un legame molto forte con il nostro paese, lo si vede facilmente in America, dal Canada all’Argentina, dove 80 milioni di persone – ma c’è chi dice molti di più – sono di origine italiana. Ma lo si vede anche in Australia dove lo stesso Premier, Antony Albanese, è di origine italiana. Marchetti parla di decine di milioni di persone che hanno titolo di cittadinanza in quanto italodiscendenti, ma sono in attesa di “asseverazione amministrativa” (pare che le liste di attesa nei Consolati italiani possano durare decenni). Ma il vero tema ripreso nell’articolo è che la dimensione della diaspora italiana, pur essendo una delle più rilevanti al mondo, non è riconosciuta nel suo valore. E questo avviene nonostante le previsioni di una forte riduzione demografica nazionale (secondo il World Population Prospect dell’ONU, in Italia a fine secolo ci saranno meno di 40 milioni di persone).
Quel che nell’articolo non si legge è poi l’esistenza di un’enorme galassia di Italofili, cioè di persone che pur non facendo parte della diaspora italiana amano la nostra cultura, la nostra cucina, la nostra lingua, amano venire in vacanza in Italia…, e per molti dei loro comportamenti hanno sposato il nostro stile di vita.
Si tratta di un numero impressionante di persone stimato in circa 200 milioni di persone.
Ecco mi aspetterei un maggiore interesse su questi temi da parte della Politica. E magari non solo quando si parla di turismo, perché aver dimenticato questi fenomeni ha avuto conseguenze sull’economia del nostro paese, ma ha generato anche disaffezione da parte di non pochi italiani all’estero, e anche da parte di non pochi innamorati dell’Italia.
GD