Il mercato turistico cinese e l’Italia. Scenario 2013

Scenario generale e previsioni

A livello internazionale il 2013 è iniziato bene per chi si occupa di turismo cinese, e il mese di febbraio confermerà ulteriormente questa crescita, grazie alle feste in calendario in Cina. Al momento però è difficile fare previsioni attendibili anche perchè i dati consuntivi del 2012 non sono ancora chiari (oscillano tra i 78 e gli 82 milioni di turisti cinesi oubound). Se il trend fosse confermato, si potrebbe registrare, a fine 2013, il numero straordinario di 90 milioni di cinesi all’estero. Quanto all’Italia – considerati i soliti problemi di visti, collegamenti aerei, modesta attività promozionale, e poca competenza specifica – difficilmente si supererà il milione di arrivi, almeno fino al 2014. Ovviamente spero di essere smentito dalla realtà.

I turisti cinesi in Italia

Le mete scelte dai turisti cinesi in questo periodo continuano ad essere quelle classiche, e l’Italia “meno nota” fa più fatica ad emergere, se non nel caso delle scelte dei repeaters e dei turisti individuali, o meglio nel caso dei turisti che si costruiscono una vacanza su misura, utilizzando in prevalenza il web e le Online Travel Agency (OTA). Si tratta però di un turismo che rappresenta ancora una percentuale abbastanza modesta. Soprattutto per il nostro Paese. Peccato perché si tratta di turisti davvero “benestanti”.

La promozione dell’Italia turistica in Cina

Va sottolineato che l’Italia meno nota in Cina è gran parte dell’Italia. Non mi pare che le realtà che pure vorrebbero più arrivi turistici dalla Cina si siano già dotate di una vera e propria strategia, ma le iniziative, spesso episodiche, non mancano. In questi anni molte realtà (da Vicenza a Napoli, da Torino alla Sicilia)  hanno ospitato educational per Tour Operator cinesi, qualcuna come Verona o Cremona, o Alghero ha ospitato troupe televisive, altre come Volterra si sono viste scelte come location di film di successo anche in Cina. Le Marche hanno fatto qualche tentativo per valorizzare Matteo Ricci, e tutte sono state a più di una fiera turistica in Cina, o hanno preso parte a gemellaggi istituzionali, a convegni in Cina… Tutto questo però sembra essere avvenuto senza una preparazione della filiera dell’offerta, senza una conoscenza adeguata della cultura e del mercato turistico cinese, senza quella che gli esperti chiamano una strategia di posizionamento, e soprattutto senza il coordinamento e la continuità necessarie.

Gli alberghi italiani e il mercato cinese

Negli USA si stima che il 5% dei siti degli alberghi abbia una traduzione o almeno qualche pagina in cinese. In Italia la percentuale è probabilmente da prefisso telefonico.

Immagino che sia solo questione di tempo e non solo qualche albergo, ma anche qualche museo e centro commerciale, insomma la filiera dell’accoglienza del nostro Paese comincerà ad avere una pagina o un sito web in cinese, e a introdurre qualche standard per essere più in linea con le aspettative dei turisti cinesi. Non si tratta di rivoluzionare niente, ma di dimostrare un minimo di attenzioni. Proprio per questo, ho proposto agli albergatori interessati di partire con una offerta “China Friendly”. Per ora la mia idea è stata accolta nella costiera amalfitana, ma mi auguro che si tratti solo dell’inizio.

 

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