Cosa aspetta l’Italia a liberalizzare i visti turistici ai cinesi?

Chi mi conosce sa che da anni conduco una battaglia per convincere il Ministero del turismo a rendere più semplice l’iter di ottenimento dei visti per i cinesi. Nell’immaginario comune l’Italia concede i visti rapidamente, ma non è affatto così, anche se oggi i tempi sono molto ridotti rispetto al passato, c’è sempre un margine di incertezza che può portare a pratiche che durano settimane. A chi la pensa diversamente per partito preso o per sentito dire, suggerisco di provare a organizzare un viagggio di turisti cinesi dalla Cina all’Italia e di seguirlo nelle procedure.

D’altronde c’è anche uno studio dell’Organizzazione Mondiale del Turismo ad affermare che il regime dei visti in Europa è tra i più restrittivi del mondo.

L’European Travel Commission ha di recente pubblicato un rapporto che quantifica il potenziale impatto della semplificazione del visto per i viaggiatori cinesi che vogliono venire in vacanza in Europa. I risultati mostrano che la liberalizzazione dei visti oltre ad aumentare gli arrivi dal 7 al 18%, generando una spesa aggiuntiva di 12,5 miliardi di euro l’anno, aumenterebbe i posti di lavoro di 237 mila unità, con un incremento del PIL europeo dell’1%.

Ovviamente si potrebbe fare di meglio e di più che limitarsi ad ascoltare quello che suggerisce l’ETC, ma per questo l’Italia avrebbe bisogno di una nuova cultura del turismo che ahimè non si vede.

GD

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