Come allontanare i turisti cinesi: esperimento riuscito
Un nuovo caso di ammutinamento di Tour Operator ospiti “forzati”.
“E’ sicuramente vero: catturare il mercato turistico cinese significherebbe dare grande impulso al nostro sistema turistico nazionale. Sorge subito una domanda: siamo pronti ad accogliere turisti che vengono da un Paese immenso, con una storia e una tradizione di millenni? Un recente episodio può farci capire meglio se siamo realmente pronti ad ospitare tanti turisti dell’Impero di Mezzo.
E’ successo che finalmente sono arrivati un piccolo gruppo di Tour Operator cinesi a visitare un pezzo di regione italiana. Sono operatori turistici che possono movimentare - a dir poco, data la provenienza da una città di milioni di abitanti – qualche decina di migliaia di turisti. Arrivati in Italia, i T.O. sono stati ospitati in una piccola, ma bellissima, città. Neanche scesi dal pullman, stanchi del viaggio, i nostri ospiti sono stati subito portati a fare un tour della cittadina. Il tour storico è proseguito anche il giorno successivo. Poteva durare qualche ora, ma si è trovato il modo di portarli a far visitare tante belle cose per tutta la giornata. Lo desideravano? Pare proprio di no. Addirittura si è organizzato un ottimo buffet con prodotti locali di grande pregio: formaggi, salumi e vini locali. In realtà ai nostri manager anche solo l’odore del formaggio pare li abbia molto infastiditi.
Ma si continua il tour, non sono ammesse soste, il programma è ben ricco. Una rocca recuperata, ma vuota, non ha destato loro il minimo interesse. Un museo con alcuni pezzi noti addirittura a livello nazionale, li ha forse colpiti? Neanche un po’. In effetti un castello con allestite alcune scene della vita castellana, pare li abbia un po’ impressionati.
Di sicuro informarli prima del loro arrivo su quanto avrebbero potuto visitare, chiedendo loro a cosa erano interessati e costruire così un tour a loro misura avrebbe dimostrato un po’ di professionalità. Pazienza, abbiamo capito che l’ospitalità non si improvvisa. Poco male: il giro promozionale continua e si riparte per un’altra tappa. Cosa c’è di meglio che visitare le aziende che producono moda ad altissimi livelli? Abbigliamento e accessori Made in Italy esportati in tutto il mondo per fasce di acquirenti di alto livello. Anche qui qualcosa è andato storto: nessuno si è premunito di sapere se questi signori cinesi erano interessati ad acquisti del genere. Purtroppo la risposta è negativa: tappe inutili e stanchezza in accumulo. Per fortuna sono stati ospitati in un bel castello trasformato in struttura ricettiva: questo i nostri ospiti lo hanno apprezzato. Potrebbe diventare la tappa di alcuni gruppi di turisti in transito tra le maggiori città d’arte italiana: con una piccola deviazione, ma si può fare, per lo meno il loro interesse lo hanno manifestato. La sera, al rientro dalla cena in zona, il proprietario della bellissima struttura, per accoglierli, aveva preparato un cocktail: ma non aveva fatto i conti che i signori erano ormai ad un livello di stanchezza tale, che uno di loro, qualche ora prima, si era rifiutato di scendere dal pullman arrivato nell’ennesimo centro storico da visitare. Inutile perdersi in dettagli ulteriori. Sapete come si è concluso il tour dei nostri ospiti cinesi? Ammutinamento . Si sono rifiutati di proseguire il tour e hanno voluto riprendere la strada per Roma e il giorno seguente, il volo per la Cina. L’operatore che li aveva accolti ha dovuto disdire appuntamenti con altri imprenditori locali e altre tappe culturali. Pare che gli organizzatori se la siano presa a male. Peccato che i cinesi anche di più. Bilancio di tutto ciò: soldi buttati, professionalità a dir poco improvvisate e tanti cinesi che non verranno mai a visitare questo pezzo di Italia che merita tanto.”
Pubblico volentieri questa testimonianza – che preferisco mantenere anonima – relativa ad un episodio di qualche mese fa. Devo dire che lo scorso anno ho ricevuto altre due segnalazioni di “ammutinamento” di T.O. cinesi, anche se non legati ad educational, ma a work shop. Nei due casi, dopo aver assistito in silenzio alla presentazione “politica” di non so quante regioni italiane, i T.O., sfiniti, si sono alzati in piedi e hanno disertato il previsto work shop con gli operatori. Insomma per promuoversi in Cina (e non solo) non ci si improvvisa.
GD